ITEA is the Eureka Cluster on software innovation
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25 November 2006 · Source: EONews · Download PDF

Il forte impattodella ricercasull’innovazione

 

Il programma Itea 2 è diventato una delle più importanti piattaforme europee per l’innovazione nel software e nei sistemi embedded e distribuiti

 

by Valerio Alessandroni 

 

Il 5 e 6 Ottobre scorsi si è svolto a Parigi l’an-nuale simposio di Itea 2 (Information Technology for European Advancement), il cluster formatosi in ambito Eureka che ha lo scopo di promuovere l’uso delle tecnologie software digitali attraverso attività di ricerca e sviluppo cooperative e precompetitive. “Il programma Itea è stato creato per rafforzare la presenza europea nel settore del software embedded e distribuito – la tecnologia che è alla base di applicazioni cruciali in molte applicazioni come quelle auto

mobilistica, aerospaziale, delle comunicazioni, dell’elettronica di consumo, ecc.”, ha affermato


Francois Loos, ministro dell’industria francese, che ha aperto i lavori. “Il software rappresenta un fondamentale valore aggiunto in una crescente varietà di prodotti e sistemi”, ha aggiunto il ministro. “Dovrebbe quindi avere una priorità nelle attività di ricerca a livello industriale. E i membri della comunità Itea 2 stanno facendo un ottimo lavoro in tal senso”. Un esempio significativo in tal senso è rappresentato dai due cluster PointOne,olandese,  e Systematic, francese.

 

 

Il simposio, a cui hanno partecipato oltre 400 persone, ha sottolineato l’impatto della ricerca Itea 2 in termini di concreta innovazione (espressa attraverso prodotti commerciali), che stanno potenziandola competitività europeain  un ampio ventaglio di settori. Itea2 collaborerà con il Settimo Programma Quadro europeo(FP7) attraverso le nuove Piattaforme Tecnologiche Europee (ETP), in particolare Artemis, Nessi, Eniac ed E-Mobility, nuovi cluster tecnologici locali.   

 

PRODOTTI REALI
Tre progetti, in particolare,sono finiti sotto i riflettori di Itea 2. Tutti sfociati in risultati concreti.

 

Il primo, Sirena, ha fornito la prima implementazione dello standard Device profiles forweb services (Dpws), che si propone di portare la tecnologia dei web-service dal livello business-to-business al livello machine-to-machine level. Ciò aprirà la strada a un’ampia gamma di applicazioni indu-striali. Sirena ha vinto il premio che Itea 2 riconosce ogni anno al progetto più interessante. I

 

l secondo progetto, Mobi, ha fornito una varietà di risultati per mobilizzare Internet, il più concreto dei quali permette l’accesso a Internet in volo. Il progetto Magellan, infine, ha fornito un’implementazione della compressione video Mpeg 4, dimostrata dal pro-getto HD4U: una completa supply chain basata sulla compressione Mpeg 4, dalla rete TV a una rete a larga banda, ai terminali TV ad alta definizione (Hdtv) nelle nostre case.

 

 

IL ‘CASO ITALIA’

Nel corso del simposio di Itea 2 abbiamo intervistato Maurizio Pignolo di Italtel, una delle poche aziende italiane presenti all’evento.

 

Negli ultimi anni, la presenza italiana in ambito Itea 2 è diminuita costantemente. Che cosa sarebbe necessario fare, sia da parte del governo che delle imprese, per recuperare il terreno perduto? Che cosa sta cambiando rispetto al passato?”

“L’Italia ha assunto il primo luglio 2006, per la durata di un anno, la presidenza di turno di Eureka. Le principali aziende coinvolte in Eureka (ed in particolare nei suoi cluster ICT Medea+, Itea 2 e Celtic) stanno cercando di far leva su un atteggiamento più favorevole di parte del mondo poli-tico, in modo da riattivare la presenza italiana nei progetti collaborativi ICT. Perché questo si avveri, è necessario che il neo-costituito MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) decida di dedicare una cornice di budget ‘ad-hoc’ per Eureka. Qui a Parigi, il rappresentante italiano del MUR è sembrato ottimista”. Pignolo ha aggiunto che Eureka è un’organizzazione molto snella e collaudata per svolgere progetti di Ricerca collaborativa, e quindi è una opportunità da sfruttare. “Francia, Germania, Spagna, Olanda e Finlandia l’hanno capito, e la usano favorendo il finanziamento dei progetti che hanno ottenuto il label di Eureka o di uno dei suoi cluster”.

 

“Su quali temi/settori potrebbero specializzarsi le imprese italiane, considerando il know how di cui disponiamo a livello nazionale?”

“L’Italia ha ancora campioni nazionali nei semiconduttori, negli elettrodomestici e nell’automotive (settori sempre più ricchi di elettronica e comunicazioni) e nelle comunicazioni mobili. Campioni nazionali a parte,bisogna anche considerare che ormai l’ICT, a seguito della ‘digitalizzazione’ e della diffusione di Internet, è dappertutto”

Maurizio Pignolo   responsabiledei progetti collaborativi di Ricerca di Italtel

“Un’ultima domanda: quali potrebbero essere i benefici a lungo/medio termine di una maggiore partecipazione

italiana?”

“L’Italia non deve perdere la ‘connessione’ con l’Europa. Questo vale per la finanza, i trasporti, l’energia o altri settori, ma vale in particolare perle nuove tecnologie e per la Ricerca nel settore ICT, che ha un elevato impatto trasversale, ed influisce come fattore determinante per lo sviluppo economico e sociale.

Eureka è un ottimo collante per questo scopo”.

 

 

 

“Il programma Itea 2 sta ottenendo un notevole successo e sta continuando a crescere, grazie alla forza dei suoi par-tecipanti in domini applicativi cruciali per l’Europa”, ha affermato Rudolf Haggenmüller, Presidente di Itea 2. “E’ cruciale raddoppiare i nostri sforzi per mantenere la leadership europea nei settori a forte contenuto di software”, ha aggiunto Gérard Roucairol, Vice-presidente di Itea 2. Kees van Mourik, funzionario di Itea 2, ha a sua volta affermato che “La continua crescita di Itea 2dimostra la possibilità di contribuire a chiudere il gap con Stati Uniti e Giappone e di tenere testa alle economie in forte crescita come Cina e India.

 

Le aree principali da sviluppare nei prossimi anni sono la riduzione del tempo necessario per iniziare un progetto dopo la sua ideazione e la ridu-zione degli overhead di programmazione”.

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